ALESSANDRIA LA MIA CITTÀ
Alessandria è una città quasi misteriosa avvolta nell’umida nebbia in inverno, soffocata dal sole estivo, all’apparenza deserta, eppure sempre vigile; i suoi abitanti, dall’indole schiva, nello stesso tempo generosa i quali hanno istruito il carattere dell’amata città divenuto leggenda.
Gli scorci, gli angoli suggestivi, ci sono: eccome se ci sono!!!
È sufficiente saperli cercare, fermare la fretta, dedicare un attimo all’osservazione attenta di un portone, un cortiletto, un androne, qualche inferriata, i balconi con le sue ringhiere, a volte lavorate con raffinatezza.
Ebbene c’è tanta arte, quindi non deve mancare la poesia, così com’è presente la storia la nostra storia; si tratta dei gioielli di casa nostra.
Ogni angolo di questa città tiene qualcosa del suo passato all’attento osservatore; i personaggi cresciuti, vissuti in questo contesto non lo sono da meno.
Anzi attraverso le letture, le vicende ascoltate, i ricordi, il sentito dire, hanno saputo dare un’immagine di spicco, con le loro trovate nell’arte di arrangiarsi come meglio si può, non sempre per necessità o tornaconto, anche se a volte non sono riuscite alla perfezione.
Sono voci lente, soffermate su un frammento di semplici vicende, forse le migliori, le più vive, che hanno saputo rispecchiare, in tante personali maniere, la normalità, la più degna ad essere ricordata.
E che dire del nostro paesaggio articolato da un cromatismo invidiabile, variabile con il mutare delle stagioni.
I colori tenui dell’inverno, sfumati nelle nebbie, si rinfrescano con lo scoccare della primavera, per stagliarsi in mille sfaccettature nell’estate, andando a terminare con calde tonalità rossicce, tinteggianti di bruno nei mesi autunnali; forse i più bei contrasti di tutto l’anno nel nostro firmamento; la nostra storia è quindi nata in questo bellissimo contesto.
Parlare della città dove si è nati ed in cui si vive, crea sempre una bella cosa, la nostra Alessandria non è da meno delle altre città del Piemonte, ha particolarità di essere bagnata da due fiumi, nei mesi invernali appare e scompare nelle nebbie.
Questa città, ha una storia che deve essere raccontata; sorge su un agglomerato di povere case, abitate da contadini, pastori, i quali, grazie ai due fiumi, hanno qualche briciola economica in più, ravvisata in quei scarsi prodotti derivati dalla pesca, dal traghetto fra una sponda e l’altra, neppure necessari a compensare il timore di essere visitati dall’acqua tutte le volte che il cielo piange più del solito.
Nasce per iniziativa dei comuni conferiti nella Lega Lombarda, diventa fortezza ai confini del territorio dominato dai Marchesi del Monferrato.
Il Santo Padre, Alessandro III fondatore ufficiale della nostra città, la guarda di buon occhio, non tanto per sentirsi protettore o gratificato, quanto per ottenere, territori, favori, poi essendo amico di Guglielmo del Monferrato. È meglio essere buoni vicini di casa.
Gli abitanti devono continuamente foraggiare, sotto le più svariate forme, le pretese pontificie; proprio in onore di quel Rolando Bandinelli, salito sul Trono di San Pietro, quale papa Alessandro III, di cui se ne ricorda il nome.
Le truppe tedesche non riescono ad entrare in città, per l’astuzia del nostro Gagliaudo Aulari, Alessandria è in continua crescita, è un libero comune minacciato dalle realtà limitrofe, gelose dell’incessante sviluppo, tanto da entrare in conflitto con Asti.
I Visconti la tengono d’occhio per lasciarla agli sforza, legata al Ducato di Milano, finché a prendere il sopravvento sono i Savoia.
La città ha subito la battaglia di Marengo, con il privilegio di essere eletta capoluogo del Dipartimento; è raccolta nel Regno Sardo, compromessa nel fallimento della cospirazione di Mazzini, da qui la condanna alla pena capitale di molti patrioti, fra cui Andrea Vochieri.
Alessandria, ha il vanto di essere una delle prime provincie italiane, offrendo molto in tutte le battaglie sostenute per la libertà fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, alla fine di essa, anche in questa zona, è arrivato il boom economico, con le immancabili date funeste: la strage del carcere, lo straripamento del Tanaro.
Il resto della storia sono eventi dei nostri giorni; questo materiale che serva alle generazioni future, affinché conoscano un po’ del nostro passato.